Il settore ha tra i suoi obiettivi principali la valorizzazione della viticoltura del territorio non solo dal punto di vista economico-produttivo attraverso il supporto tecnico-scientifico, ma anche per gli aspetti culturale, paesaggistico e ambientale.
Il terrazzamento vitato è, infatti, il principale bene monumentale della nostra provincia, dono della civiltà contadina che ha plasmato la sua grande variabilità ambientale sotto gli aspetti morfologico, pedologico e microclimatico.
La ricerca e la sperimentazione viticola puntano oggi a una viticoltura più sana ed economica; l’obiettivo è quello di: dare soluzioni ai cambiamenti climatici in corso attraverso la prova di nuovi portainnesti resistenti agli stress idrici e ai fattori abiotici; incrementare vitigni resistenti alle principali malattie della vite, in particolare peronospora e oidio.
Sperimentazioni e progetti
Futuro e storia della viticoltura valtellinese
VALUTAZIONE DEI VITIGNI RESISTENTI E QUALITA’ DEI VINI
Il tema di una viticoltura più economica e più sana, rispondente al crescente interesse della collettività riguardo questi aspetti, ha portato, anche nel nostro Paese, all’introduzione delle viti resistenti.
PROGETTO CHIAVENNASCA RESISTENTE O TOLLERANTE ALLE PRINCIPALI MALATTIE DELLA VITE
Partendo dalle considerazioni fatte riguardo ai vitigni interspecifici, è quanto mai opportuno tramite la cisgenesi inserire nel patrimonio genetico della Chiavennasca i geni della resistenza delle viti americane e asiatiche o delle viti interspecifiche già selezionate.
STUDIO E CARATTERIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PRINCIPALI TOPONOMI STORICI NELL’AMBITO DELLE AREE DOC E DOCG CLASSICHE
Partendo dal lavoro di zonazione viticola della Valtellina, realizzato dalla Fondazione Fojanini e dal Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università di Milano nel triennio 1998-2000, la ricerca vuole eseguire una caratterizzazione della variabilità interna delle produzioni nelle sottozone storiche: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.