L’alpicoltura è stato il mezzo attraverso il quale il territorio alpino è stato organizzato in funzione dell’allevamento del bestiame. Dove le quote e le pendenze non erano proibitive, boschi e brughiere furono trasformate in prati e pascoli, utilizzati attraverso la pratica della transumanza verticale ritmata sul ciclo delle stagioni. Il paesaggio smarrì così tratti della naturalità, divenendo un paesaggio agro-pastorale dai forti contenuti identitari.
Prati e pascoli costituiscono ancora oggi la base foraggera per l’allevamento del bestiame in montagna. Solo nei fondovalle lasciano un po’ di spazio ai seminativi, mais in particolare. Alla stregua delle formazioni forestali, essi svolgono una serie di servizi (servizi ecosistemici) che sostengono la comunità umana: trattengono e filtrano l’acqua, depurano l’aria, proteggono dall’erosione, contrastano gli incendi e i movimenti nevosi, ospitano molte specie vegetali e animali, intrappolano carbonio, riciclano nutrienti, salvaguardano i suoli. Il foraggio da essi fornito è di alta qualità nutrizionale e, soprattutto allo stato verde, molto aromatico e ricco di sostanze di valore nutraceutico.
La Fondazione Fojanini è impegnata alla loro tutela e valorizzazione, con azioni che spaziano dalla loro caratterizzazione floristica ed ecologica, conoscenza del loro funzionamento e diffusione di buone pratiche di gestione.
Attività di ricerca
Attività di assistenza e consulenza